Per raccogliere in un blog le impressioni, i pensieri,
gli smarrimenti nati vivendo in questo enorme paese.


Thursday, November 20, 2008

Walking in a pijamas...

Ok, non è che voglio sembrare quella che critica sempre, ma certe volte mi chiedo se 'sti americani si sono bevuti il cervello. E soprattutto penso a quanto sia diverso il modo di pensare e agire americano da quello italiano. Ecco il fatto:
Ieri pomeriggio, appena uscita dall'ufficio, stavo aspettando Rick davanti a Ross (che per la cronaca è tipo una Upim). Mi guardo intorno e vedo 2 donne, madre e figlia, la figlia di circa 10-11 anni, camminare sul marciapiede verso la mia direzione. La madre era vestita tutta normale (jeans e maglietta), ma la figlia, la figliaaaaaa! Indossava un pigiama di flanella azzurra extra-large con le nuvolette, tant'è che i pantaloni troppo lunghi strusciavano ben bene per terra. Ah già, dimenticavo, oltre a questo la ragazzina stava anche a piedi nudi. E queste tutte belle tranquille che sono entrate da Ross e ne sono uscite 2 minuti dopo. Got the picture? Ecco, ora vediamo se non la pensate come me ora.
Ma io dico, che razza di madre è quella che fa uscire di casa la propria figlia con indosso un pigiama e oltretutto senza scarpe? Con che coraggio fai entrare tua figlia in un negozio, un luogo pubblico, conciata in quel modo, con un pigiama enorme che le ciondola sul corpo, mentre tu madre disgraziata, sei vestita normalmente. Con che coraggio fai camminare tua figlia a piedi nudi in un parcheggio e su un marciapiedi, senza nemmeno pensare che si potrebbe ferire i piedi con qualche oggetto appuntito, per non parlare della sporcizia che si attacca ai suoi piedi. Mentre tu hai ai piedi delle infradito. Queste cose mi fanno letteralmente andare in bestia, lo so, lo so, mi altero sempre per delle cazzate, ma non si può rimanere indifferenti a queste scene di stupidità umana, cribbioooo!
Ora, non per sembrare la solita campanilista, ma in Italia una cosa del genere succederebbe? Risposta: NO, a meno che la madre non sia mentalmente instabile. Mia madre mi avrebbe presa a scopettate e avrebbe chiamato lo psichiatra del Fatebenefratelli di Genzano piuttosto che vedermi uscire in quel modo (anzi, mia madre non mi faceva uscire di casa se non mi ero truccata decentemente, perché diceva che senza trucco sembravo una drogata.... ogni scarrafone è bello a mamma sua.... definitely not for my mom!). In Italia non esci in pigiama neanche per portare fuori la spazzatura tra un po', e questo non solo in Italia, sia chiaro, ma in ogni paese, luogo, casa abitati da persone con un po' di sale in zucca.
Perdonate la tirata, ma 'sto sassolino dalla scarpa me lo dovevo proprio togliere.
Pensate ancora che sono la solita criticona?

Tuesday, November 18, 2008

Siringhe

Molte persone sanno che io adoooooro i profumi, ne ho tanti, li amo tutti, li porto tutti (a turno ovviamente), insomma, I'm the perfume queen!
Anni e anni fa, quando vivevo ancora in Italia, comprai quelle boccette carine con lo spray in cui si travasa il profumo e che si portano in borsa. E per travasare il profumo dal boccettone alla boccettina da borsetta usavo le comuni siringhe usa e getta che si compravano in farmacia e che avevamo in casa quando mio padre si era fatto la serie di punture di antibiotici per la bronchite.
Ora, una volta trasferitami qui negli States, mi sono portata dietro tutti i miei adorati profumi, bottiglie grandi, piccole e anche queste boccette da borsetta. Boccette che presto, a forza di usarle per irrorarmi di profumo, si sono vuotate. Allora bella baldanzosa sono andata in una farmacia locale a comprare una siringa usa e getta per travasare altro profumo nelle boccette e... APRITI CIELO... manco avessi voluto aprire il settimo sigillo della CIA! Dopo avermi guardata con sospetto, tutti i farmacisti mi hanno detto che NO, non potevano darmi la siringa senza RICETTA. Io allora gli ho spiegato che non ne avevo bisogno per uso medico, ma solo per travasare del profumo. Nessuno, e ripeto, NESSUNO (e di farmacie ne ho girate almeno 5) mi ha creduta e mi ha dato una fottutissima siringa. Ma che si pensavano che mi serviva per spararmi una pera nel braccio? Ma mi hanno guardata in faccia??? Non sono mica una drogata io? Sono una signora per bene io, mica una droghina dei quartieri malfamati. Niente! Allora, leggermente innervosita, ho chiesto alle donne farmaciste "scusate ma voi come fate a travasare il profumo da una bottiglia all'altra senza usare una siringa?". E ovviamente non ce n'e' stata nessuna che usava profumi. Una farmacista mi ha ammollato una di quelle pipette contagocce che naturalmente non serve a un tubo. Insomma, dopo l'ennesimo "no, sorry", ero fumante.... e me ne sono andata via imprecando acidamente.

Sunday, November 9, 2008

DOLPHINS




Domenica scorsa io e Rick siamo andati di nuovo ad Avila Beach, perche' ci piace il posto, perche' era una bellissima giornata di sole, insomma, siamo andati li'. E mai scelta fu piu' azzeccata perche' camminando sul molo di Avila Beach, abbiamo visto 3 delfini vicini alla riva che nuotavano pigramente. Io che non ne avevo mai visti cosi' tanti in vita mia e soprattutto cosi' da vicino, non credevo ai miei occhi. Fare la foto e' stata un'impresa perche' quei pochi secondi che uscivano dall'acqua, la macchina fotografica non era altrettanto veloce. Comunque delle 20 foto che ho scattato solo 2 hanno catturato le pinne dei delfini. Un po' piccole, piu' che altro sembrano pinne di squali e non danno l'idea della bellezza di questi animali. Bellissima esperienza!

PUMPKIN GALORE!

Pumpkin galore!
L'altra settimana siamo andati alla Avila Valley Barn e dato che siamo in pieno autunno e sotto Halloween c'erano centinaia, ma che dico, migliaia di zucche in tutta la fattoria, per la gioia di grandi e soprattutto piccini, che, nonostante i cartelli che lo vietavano, salivano sulle zucche per fare le foto. Non ho mai visto tante zucche e di cosi' tante forme in vita mia! Belle, bellissime, di diversi colori, non solo di quel bellissimo color arancio acceso, ma anche giallo chiaro, verde, variegate, striate e dalle forme piu' bizzarre. Ovviamente, ci ho fatto le foto ed eccone qui qualcuna!


Enjoy:-D


Saturday, October 11, 2008

Smiling camille!

Oggi ho rifatto le camille alle carote, ma con un twist: ci ho fatto le faccette, tutte sorridenti, con le gocce di cioccolata. Purtroppo non ne ho potuta mangiare manco una perché sto a dieta e non volevo sgarrare, anche se l'è dura perché sono lì sul bancone della cucina, che mi guardano e mi ammiccano con quel sorriso di cioccolata. Una vera tentazione, sigh...
Comunque sono carinissime le mie smiling camille, veroooo?

Sunday, October 5, 2008

Santa Barbara

La settimana scorsa sono andata a Santa Barbara con la mia collega che voleva andare a fare un po' di shopping. Dato che erano anni che non andavo a Santa Barbara, ho preso la palla al balzo. L'arteria commerciale principale si chiama State Street, piacevolissima strada piena di negozi, con marciapiedi piastrellati in cotto, edifici intonacati di bianco e dal neanche vago sapore spagnolo.

Sapete come ci si accorge di essere in California? Dal numero di persone con le infradito!!!
Un'altra cosa che mi ha colpita è stata quella di vedere un sacco di ragazzine neanche maggiorenni fare shopping pazzo nei negozi più trendy (dal casual luxury di Abercrombie and Fitch, a Banana Republic). La mia collega mi ha spiegato che dato che Santa Barbara è città di abbienti, è normale vedere i figli di papà (e ce ne sono tanti) con la propria bella carta di credito. Ce l'hanno anche i minorenni, basta che mamma o papà facciano il contratto e voilà!.... glab...anyone who needs to adopt a good girl? A maid? A nanny? Anyoneeee?!?!

Insomma, siamo entrate tanto per darci un certo tono da Saks Fifth Avenue, grande magazzino che è un po' come la Rinascente, ma più costoso, infatti avevano le scarpe di Gucci per la modica cifra di $625.00 più tasse, o quelle di Prada, più convenienti, per $275.00 più tasse, bellissime, ma miiiiiizzzica che prezzi. Siamo state poi placcate dalla classica commessa del reparto profumeria che ha cominciato a tessere le lodi di una miracolosa crema stendi-rughe con effetto simile al Botox, ma temporaneo, e ha cominciato a mettere sta crema sulla fronte della mia collega che per carità ha 53 anni, qualche ruga ce l'ha, e devo dire che le ha steso un po' le rughe sulla fronte e le zampe di gallina, ma poi sono andata pure io sotto le grinfie della commessa (una sgnacchera con un'abbronzatura invidiabile da Lampados, manicure perfetta con bellissime unghie acriliche e tette sotto il mento), che mi ha cominciato a dire che questa crema favolosa faceva effetto pure sulla mia fronte (e per la cronaca, io non ho rughe sulla fronte) allora mi sono messa sulla difensiva e ho chiesto quanto costava questo barattolino da 30gr. di crema. E la sgnacchera senza batter ciglio (anche quello posticcio) ha cinguettato "$125.00, un prezzo favoloso".
What the f...!??! La mia collega che è una che si compra di tutto anche (e soprattutto) quello che non le serve, ci stava a fa' pure un pensierino, ma l'ho presa in tempo per un braccio e l'ho trascinata via ringraziando la commessa e dicendole che avevamo altri giri da fare. Ma siamo impazziti!?!!! La crema si chiamava "Freeze 24-7". Già, il nome era tutto un programma, perché mi ha freddata davvero!

In ogni caso, abbiamo continuato il nostro giro, siamo entrate in una pasticceria per cani chiamata "Three Dogs Barkery" dove vendono ogni ben di Dio per Fido e Kitty, dai biscottini al bacon alla torta di compleanno ricoperta di pseudo-cioccolato e scritta sopra (tipo "Happy Birthday Woofy") e presino degli sgabellini di diverse altezze per fare accomodare Fluffy e Kitty davanti al banco delle leccornie... cose pazzesche. C'era una signora che stava comprando delle delicatessen per il suo cagnolino e avrà speso circa $ 30 in leccornie... io al mio adorato Tony preparo personalmente i biscottini integrali, a costo di pochi dollari... potrei fare soldi a palate se li commercializzassi!
Ovviamente ho fatto una capatina da Sephora e anche questa volta non ho potuto resistere alle novità della Bare Escentuals...
Infine, siamo andate in un negozio chiamato "So Good Jewelry" che vende bigiotteria davvero carina a poco prezzo e che è un vero paradiso, perché è una stanza lunga 30 metri totalmente tappezzata di collane, orecchini, bracciali, tutti sbrilluccichini, di ogni foggia e colore. Non avevo più occhi con cui guardare, mi è venuta pure una certa confusione mentale, talmente tanta roba c'era da vedere....

Friday, October 3, 2008

La carbonara

Oggi parlavo con un cliente e gli accennavo della pasta alla carbonara come una delle specialità culinarie italiane. La cosa mi ha portato a scrivere questo post sulla carbonara.
Qui da noi la pasta alla carbonara è poco conosciuta, infatti anche nei ristoranti italiani (o pseudo-italiani) non la propongono nel menù, preferendo invece i "classici" "spaghetti with meatballs" o la dannatissima "pasta Alfredo", che, ripeto ancora a gran voce, NON è un piatto tipicamente italiano, ma una bufala ammerregana.

Mi sono più volte chiesta quale fosse il motivo per cui non è largamente apprezzata, e dopo varie riflessioni ed un'opinione di prima mano (ovvero quella di Rick), posso dire che è perché la carbonara per gli americani è come mangiare le uova col bacon (classica colazione americana) mischiate alla pasta. Questa è stata la motivazione datami da Rick dopo aver assaggiato la mia carbonara (e francamente non so se ero stata io a prepararla male oppure se è lui ad avere il palato particolare).
In ogni caso, prima di preparare (per la prima e unica volta) la carbonara a Rick, mi ero sperticata in elogi su quanto fosse buona, e di come fosse considerata una vera prelibatezza in Italia, e bla bla bla. Rick, assaggiandola, ha fatto una faccia che era tutto un programma, dicendomi che per lui era una strana combinazione, come fare colazione con uova, bacon e pasta... o signuuuur. Ci sono rimasta un po' male a dire la verità...


Un paio di anni dopo, io e Rick eravamo in un ristorantino di Murano (VE) e al tavolo accanto al nostro c'era una tavolata di americani, una famigliola di circa 5 persone: padre, madre e 3 figli grandicelli. Uno dei ragazzini ha ordinato la carbonara. Quando gli hanno messo il piatto davanti e ha assaggiato la pasta, ha fatto una faccia simile a quella che aveva fatto Rick tempo prima e ha spostato il piatto dicendo che era "dry and hard". Il fatto che fosse "hard" indica che la pasta era al dente, come è classico mangiarla in Italia, ma gli stranieri amano la pasta piuttosto scotta (ho letto che uno dei modi usati per vedere se la pasta è al dente è quello di sbatterne un pezzettino su una superficie. Se rimane attaccato vuol dire che per loro è al dente (per noi italiani da mo' che è scotta!), se cade vuol dire che deve ancora cuocere un po' (in quel caso, per noi italiani sarebbe da considerarsi al dente).
Guardatevi questo breve filmato in cui la simpatica sfitinzia controlla se la pasta è al dente, lanciando uno spaghetto conto il SOFFITTO:



Ancora oggi, quando preparo la pasta per cena, la tiro su sempre al dente. Rick oramai si è abituato, ma continua a dire che è "chewy". Eh no, amore mio caro, è semplicemente al dente, io non preparo la pasta scotta!

Monday, September 29, 2008

On Life

"Life is too short to wake up with regrets,
so love the people who treat you right,
forget for the ones who don't and
believe that everything happens for a reason.
If you get a chance, take it.
If it changes your life, let it.
Nobody said that it would be easy,
they just promised it would be worth it..."

Thursday, September 25, 2008

Di nuovo sulla questione del ghiaccio

Ok, certe volte mi chiedo se sono io ad essere un animalaccio raro in questo paese, oppure se sono gli indigeni ad essere strani.

Domenica siamo andati da Starbucks e come al solito ho chiesto un semplice “Venti Passion Ice Tea, with just 2 ice cubes”. Semplice vero? Mica tanto per questi qui, perché mi hanno guardata come una mosca tzè tzeè sul bancone. Ma io dico, non sono mica una di quelle che quando ordina da Starbucks ci mette 5 minuti cantilenando:
“Can I get a Grande Gingerbread Latte, decaf, fat free milk, sugar free syrup, no foam, no whipped cream, with a dash of nutmeg?”. Io chiedo semplicemente un "Passion Ice Tea with just 2 ice cubes", punto e basta. Motivo? Il tè è a temperatura ambiente o leggermente refrigerato, ecco perché chiedo di aggiungerci un paio di cubi di ghiaccio. Inoltre ODIO (e ripeto, odio) quando qui in America, ovunque tu vai e ordini una bevanda (dalla Coca Cola e affini al tè e all’acqua) ti ammollano un bicchierone da mezzo litro, lo riempiono per ¾ di ghiaccio ed il resto è bevanda, che puntualmente dopo 10 minuti diventa acquosa e per me imbevibile. Per non parlare del fastidio ai denti (ok, ho i denti sensibili, io sono tutta sensibile, lasciatemi perdere!).
Tornando al punto. Ordino, ed il ragazzetto dietro al bancone mi guarda come se gli avessi ordinato un bicchiere di pipì con 2 cubetti di ghiaccio. Poi raccoglie con la spatolina 2 cubetti, me li mostra e mi chiede con un sorrisetto ironico:
“Just two?”.
E io: “Yes, just those 2, thank you”.
E questo, prima di mettere il coperchio sul bicchiere di plastica, credendo di fare lo spiritoso, mi domanda sempre col sorrisetto stampato sulla faccia brufolosa:
“Do you like… lids?”
“Yes, I do”, rispondo io acida cominciando a borbottare sottovoce. Rick ha buttato lì la solita battuta “damn Europeans that drink things with no ice”, che invece di calmarmi mi ha fatto lanciare in una mini-filippica sul fatto che le bevande qui sono piene di ghiaccio e ti devi sbrigare a berle perché poi diventano acquose e che se fa tanto caldo e ti bevi la bevanda ghiacciata ti prende una congestione alla pancia, mia mamma me lo diceva sempre, lo dicono tutte le mamme in Italia e bla bla bla, uscendo tirata per un braccio dal marito che mi sopporta...

Wednesday, September 24, 2008

Avila Valley Barn

L'altra settimana abbiamo fatto una capatina alla Avila Valley Barn, una piccola fattoria di Avila aperta al pubblico che ha vari recinti con animali...



...spaccio di prodotti coltivati in loco, come frutta e verdura..



.... miele a volontà e aree per il pic nic.

Adoro andare in questo posto perché è una fattoria tipicamente americana, che durante i fine settimana accoglie tanta gente di tutte le età che viene per vedere gli animali (hanno anche caprette, struzzi, tacchini, polli, pecore e pure i pavoni), acquistare prodotti freschi e naturali (tra l'altro nello spaccio sfornano delle apple pie da svenire) e addirittura farsi un mini-giro in trattore col rimorchio o sui pony, per la gioia dei piccini.
Avevano dei fiori meravigliosi che solo a guardarli mi hanno messo il buon umore (può essere che i fiori procurino tanta gioia nel cuore? boh) . Vero che sono bellissimi?
Forse cliccandoci sopra la foto apparirà più grande e si vedrà meglio quanto sono belli questi fiori.


Shock architettonico-geografico

Sono scioccata!
Dopo aver scoperto che "La Casa nella Prateria" non è stata girata in Minnesota come avevo creduto per ANNI, ma a Burbank, vicino a Los Angeles (notizia bomba di prima mano datami da Rick che in gioventù aveva lavorato negli Universal Studios), oggi ho avuto un altro shock.

Le mie colleghe mi hanno dato la sconcertante novella che il London Bridge che sta a Londra è una mera replica e che quello originale sta, udite udite, in Arizona. All'inizio credevo che mi stessero prendendo in giro, e mi sono pure un po' alterata, ribattendo piccata: "Ma che state a dì? Il London Bridge sta a Londraaaa!!! Sono secoli che sta lì, da prima che gli Stati Uniti venissero fondati!" e loro "sì, sta a Londra, ma non è quello originale, quello è solo una copia, l'originale sta a Lake Havasu, Arizona".

"Are you freakin' kidding me??!?!"

Insomma dopo un acceso battibeccare, mi hanno detto "E allora cosa credi che significhi la canzone "London Bridge is Falling Down"? E' proprio perché stava cadendo a pezzi che lo hanno smantellato pezzo per pezzo, un americano si è comprato tutti i pezzi e lo ha portato in Arizona negli anni 70. Se non ci credi, ricerca su Google e vedrai!"
Io, dato che sono come S. Tommaso, finché non vedo con i miei occhi non ci credo, ho ricercato e ho avuto la triste conferma. L'originale London Bridge sta effettivamente nella cittadina di Lake Havasu, al confine tra Arizona e California.

Dopo aver visto questa foto e letto che Lake Havasu è una delle mete preferite dagli "spring breakers" (ovvero, gli studenti americani in vacanza nel periodo pasquale che, detto entre nous, durante lo spring break indulgono in ogni sorta di baccanale), devo ancora riprendermi! Portatemi i sali!!
... e God Save the London Bridge...
By the way: la tipa col cappello è un manichino. Che diavolo ci faccia lì non so.

The Incredibles

L'ho detto già varie volte, "The Incredibles" è uno dei miei cartoni preferiti (lo so, lo so, grande e grossa e ancora lì che mi guardo i cartoni della Disney... aho' a me piacciono, che ci volete fa'?).

L'ultima volta che io e Rick siamo andati a Disneyland (gennaio 2008), stavamo passeggiando all'interno di California Adventure quando ad un certo punto vedo uno stangone di pupazzo, tutto vestito di rosso... l'era lù, niente-po-pò-di-meno-ché MR INCREDIBLE!

Sono corsa da lui (scanzando un paio di marmocchi che mi bloccavano il passaggio) e voilà, mi sono fatta la fotina con lui (notare la mia espressione ebete, ma soddisfatta), cinguettando "I love youuuu Mr Incredibleeeeee"...patetica, ma felice come una pasqua!

C'era pure Elastigirl (dai fianchi larghi quanto i miei!), ma andava di corsa e non ci ho potuto fare la foto insieme. La foto che ho scattato en passant è comunque carina, anche se sembra che Elastigirl mi stia per menare o mandando a quel paese, nevvero?
In ogni caso sono stata contentissima di aver incontrato i mei eroi in "costume e ossa"! hehe







Tuesday, September 23, 2008

June Gloom e Indian Summer

Un sacco di persone pensano che qui in California l'estate sia come quella in Italia, ovvero con il sole e tanto caldo. Questo lo credevo pure io e, sorry guys, in realtà non è proprio così. Lungo la costa californiana, da maggio fino a settembre, si verifica il fenomeno del June Gloom, caratterizzato da banchi di nebbia che avvolgono la costa la mattina presto e nel pomeriggio, a volte anche anche tutto il giorno. Spesso la nebbia è così fitta che i piccoli Canadair in partenza dall'aeroporto di San Luis Obispo non ricevono l'autorizzazione a decollare.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che l'acqua dell'Oceano Pacifico è piuttosto fredda, doprattutto la mattina e la sera, mentre l'entroterra ha temperature ben più elevate. Così le correnti fredde provenienti dal mare si scontrano con quelle calde dell'entroterra e indovinate dove si scontrano? Proprio sulla costa. Così per gran parte dell'estate è normale svegliarsi, guardare dalla finestra e vedere il cielo coperto e grigio o peggio, una nebbia come nel regno di Avalon. Poi durante la giornata (quando l'acqua del mare si riscalda un po') la nebbia si dirada e si sta benissimo, ma a fine pomeriggio dal mare si vedono avanzare di nuovo enormi banchi di nebbia.
Ci sono zone che per posizione (più o meno esposta) vengono avvolte dalle nebbie più spesso che altre, noi qui a Grover Beach purtroppo siamo nella cosiddetta "Fogland" e quindi, non si scampa. Quindi attenzione! In estate la costa della California può riservare queste sorprese, per cui è meglio portarsi una giacca perché fa FREDDO!
Una volta passato il periodo del June Gloom ed entrando piano piano nell'autunno e addirittura fino alla fine di ottobre, abbiamo la fortuna di avere giornate meravigliose e con temperature ben oltre la norma stagionale. Questo periodo viene chiamato Indian Summer. Queste temperature non proprio autunnali sono dovute ai venti caldi provenienti dalle aree desertiche della California (deserto del Mohave), che ci regalano giornate splendide, più estive che autunnali. Oggi per esempio, 23 settembre, c'erano 27C ed un sole bellissimo. Tuttavia si vede e si sente che siamo in autunno per via dei colori che la natura assume e per le temperature notturne più freddine.

Monday, September 22, 2008

Ranting on doctors

Mah, certe volte mi chiedo come faccia questo paese ad essere uno dei più avanzati a livello medico perché fino ad ora i dottori a cui mi sono rivolta sono stati davvero scarsi.
La scorsa settimana sono andata dalla dermatologa per farmi controllare un neo che da un paio d'anni ho sotto l'occhio, capirai con la storia del tumore alla pelle ho pensato bene di farmi fare un controllino. Vado, questa mi dice che non è niente di preoccupante. Sospiro di sollievo da parte mia, ma le cade lo sguardo su un arrossamento che avevo sul collo (mi ero grattata sul collo mentre aspettavo il mio turno e ogni volta che mi gratto, anche leggermente, mi vengono dei segni rossi che però spariscono in 10 minuti) e si lancia in una filippica che io ho l'orticaria e che devo cominciare a prendere regolarmente degli antistaminici, per un anno o più. Io le dico che gli antistaminici li prendo per 2 mesi all'anno quando ho l'allergia stagionale, che comunque i segni ce li ho lo stesso, e che sono più di 25 anni che prendo antistaminici (inclusi 3 anni di vaccini che non sono serviti a nulla), ma non mi hanno curato la cosa.
No, no, li devi prendere comunque, ripete.
E dato che ci siamo mi vuole far fare delle analisi del sangue, urine e feci per vedere come sta la tiroide (analisi già fatte in Italia 4 anni fa, le menziono senza successo) e anche una radiografia toracica per vedere se la causa della mia orticaria non sia occulta, ossia legata a tubercolosi. Tubercolosi???? Aho, io mica vengo dall'Africa, le volevo dire.
Secondo me questa cercava di appiopparmi qualcosa da fare per arrotondare l'onorario, non si spiega altrimenti. Lo scorso febbraio ho fatto le analisi del sangue in Italia e non hanno riscontrato alcun problema. Allora mi chiedo, che razza di collegamento ha la mia orticaria (o dermografia) con la tubercolosi? E perché non mi ha fatto il test cutaneo per la tubercolina? Insomma, ho sentito un secondo parere (di cui mi fido certamente di più) e ha confermato i miei dubbi: un sacco di minchiate.

E parliamo pure dei vari dottorini di 23-24 anni che popolano i vari ospedali americani. Come fanno a prendere una laurea in medicina in 3 anni è per me un mistero. Chi ha una spiegazione o una risposta me la dia, cortesemente.

E ancora, come dimenticare il dottore-macellaio designato dall'Ufficio Immigrazione per la visita medica (obbligatoria) per accertare che non avevo l'AIDS e la sifilide prima di concedermi la carta verde? Premetto che ogni volta che mi prendono il sangue mi trovano la vena in 2 nano secondi, infilano l'ago e via. A questo dottore (età: circa 65-67 anni) gli tremava la mano e non riusciva a infilare l'ago o a trovarmi la vena. Alla fine dopo 5 minuti di tentativi, mi ha bucato la vena, ma dato che gli tremava la mano, gli è scappato fuori l'ago e il sangue è schizzato dappertutto, sul tavolo, sui guanti del dottore, sul mio braccio, sangue che mi colava per terra dal gomito. Insomma un macellaio, mai vista una cosa del genere. Ero furiosa quando sono uscita da lì.

Sorvolo sulla mia triste vicenda al pronto soccorso locale per un polpastrello affettato (letteralmente!)... Bendaggio sbagliato, garza infilata nel taglio e tolta via con uno strappo a tradimento (sto str.... se lo rivedo quell'infermiere gli meno), nessun anestetico per il dolore...lassam perder... roba da terzo mondo o da scuola di medicina de noartri...

Avila Beach

Ogni venerdì sera ad Avila Beach c'è il Farmers' Market: la via del lungomare viene chiusa alle macchine e ci sono un sacco di bancarelle in cui vendono frutta, miele locale, prodotti naturali, cibarie vegetariane (panini al tofu e melanzana che non ho osato assaggiare, per via del colore un po' improbabile, ma chissà che trovi il coraggio di addentarne uno) e carnivore (hot dogs e chili messicano) e via dicendo. C'è anche una band che suona musica di vario genere (dal reggae al pop) e la gente è lì tutta bella tranquilla che passeggia, gira tra le bancarelle, magna, beve, se ne sta in spiaggia a godersi le ultime ore di sole. Insomma, un tipico angolo di paradiso californiano.
L'altra settimana ci siamo stati pure noi ad Avila durante il Farmers' Market e siamo stati benissimo.
Questa è la foto di Rick e Tony che ho scattato di fronte ad un negozietto ripico di Avila che vende un sacco di cose carine per il giardino e per la casa:


Tony ne ha combinata una delle sue: intorno alle 7 di sera, quando in spiaggia c'era ormai pochissima gente, lo abbiamo portato in una parte della spiaggia dove il mare si incanala verso l'Avila Golf Club e forma una specie di stagno. Tony si è buttato immediatamente in acqua e abbiamo scoperto che non è tanto ferrato a nuotare perché nuotava con le zampe anteriori che spuntavano fuori dall'acqua, spruzzando dappertutto come quando uno entra in acqua e si mette a sbattere i piedi velocemente, tanto per intenderci. Poi ha cominciato a portare a riva enormi alghe, come un cane da riporto. Non appena arrivava a riva, posava la lunghissima alga e poi si ributtava in acqua. Così per 3 volte, avanti e indietro, come se dovesse per forza pulire il laghetto da tutte le alghe. All'inizio ci ha fatto morire dal ridere perché era troppo buffo come nuotava, ma poi ha cominciato a stancarsi anche se continuava ad andare avanti e indrè senza sosta e alla fine l'abbiamo dovuto trattenere perché aveva il fiatone e dato che è vecchietto temevamo che gli sarebbe preso un colpo se avesse continuato così. Non so cosa diavolo gli era preso con tutta 'sta foga di andare a prendere tutte quelle alghe e portarle a riva! Mah.
Però era tutto soddisfatto... sarà...

Celia's Garden Cafè


Ieri io e Rick eravamo in giro dalle parti di Los Osos, e cercando un posticino per fare il brunch domenicale, ci siamo imbattuti in un adorabile caffè chiamato Celia's Garden Cafè. All'interno ha un'atmosfera che è un misto tra vittoriano e country americano, con pareti bianco crema, vezzose tendine alle finestre, tanta luce che filtrava dalle finestre e che rendeva l'atmosfera accogliente e rilassata.

Dato che era una giornata bellissima e assolata, ci siamo seduti ad un tavolo fuori e ce ne siamo stati lì belli beati e tranquilli. Il patio è aperto anche ai possessori di cani ed eravamo tentati di portarci anche Tony, ma alla fine abbiamo deciso che era meglio per tutti lasciarlo in macchina (tende ad essere un po' agitato quando si trova in luoghi pubblici, ma poi si calma...però la gente può non gradire la cosa).

La marmellata di albicocche fatta in casa che servono in questo piccolo caffè è talmente buona (con un retrogusto di miele e caramello fa-vo-lo-so!) che ho chiesto se la vendevano.


Ho scattato questa bellissima foto con Rick che andrà ad infoltire il mio album fotografico!

Tuesday, September 16, 2008

These are a Few of My Favorite Things

Ieri ho menzionato "Comfortably Numb" come una delle canzoni più belle che ci siano (parere puramente personale, badate bene). Oggi dato che mi sto annoiando un po' in ufficio e prendendo spunto dalla canzone "These are a few of my favourite things" cantata da Julie Andrews in "The Sound of Music", mi è venuta la (forse poco) brillante idea di stilare la lista delle "ten of my favorite songs so far".
Sono tantissime le canzoni che amo e che sono legate a vari momenti della mia vita, ma volendo stilare la top ten, queste sono quelle che non mi stanco mai di ascoltare, che mi fanno venire i brividi, o che tout court... amo!

Accanto a ciascuna ho aggiunto il video da You Tube:



1) Comfortably Numb (Pink Floyd)



2) Don't Fear the Reaper (Blue Oyster Cult)




3) Hotel California (Eagles)



4) Wrapped Around your Finger (Police)



5) Try Again (Keane)



6) Beneath a Phrygian Sky (Loreena McKennitt)



7) Beautiful World (Coldplay)



8) Under the Walnut Tree (Keane)



9) Baba O'Riley (The Who)



10) Fall Apart Again (Brandi Carlile)


Monday, September 15, 2008

Richard Wright

Rientrando a casa stasera Rick mi ha detto che oggi è morto Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd. Una volta a casa ci siamo visti il DVD di "Pulse", per ricordare questo grande musicista che ha composto musiche bellissime, tra cui "Us and Them" (la sua preferita, lo diceva nel DVD), "Great Gig in the Sky" e "Echoes".

Questo è il video della melancolica "Us and Them" tratta da "Pulse":



Una delle mie canzoni preferite in assoluto e per me la più bella dei Pink Floyd è "Comfortably Numb". Ogni volta che la ascolto o guardo il video tratto da "Pulse" ho i brividi .

Questo il video di "Comfortably Numb" tratto da "Pulse". Enjoy!

Saturday, August 30, 2008

Not the camping kind

Sempre stasera, durante la cena con i nostri amici, si parlava di certi nostri amici che non erano potuti venire perché stavano a Bass Lake (nord California). Dato che questi hanno acquistato un terreno da quelle parti, ad alcuni è venuta la bella idea di proporre di passare un week-end in campeggio da quelle parti.
Io e Rick ci davamo i calci sotto il tavolo perché noi odiamo andare in campeggio, per il semplice fatto che odiamo dormire per terra, dato che abbiamo problemi di schiena (per questo motivo ci siamo comprati il materasso Tempurpedic e da quando abbiamo appurato quanto questo sia comodo (lo slogan in tv è tutto un programma: "it's like sleeping on a cloud") non ci passa manco per la mente il poter dormire per terra in un sacco a pelo). Diciamo pure che siamo tipi comodi. Rick dice che ha passato l'età per accamparsi in una tenda. Io invece sono freddolosa, un po' schizzinosa e se non ho dove lavarmi come Cristo comanda, mi prende il nervoso e divento un po' irritabile. Ho fatto campeggio un paio di volte in vita mia e mi è bastato, grazie. Non posso certo scordare la notte quasi insonne in un camping di Egmond aan Zee (Olanda) trascorsa a gonfiare il materassino che si sgonfiava ogni 30 minuti e una dannatissima anatra che alle 5 di mattina (dopo che mi ero addormentata alle 3) starnazzava intorno alla mia tenda. Per poco non la impallinavo quell'anatra!
Quindi quando questi amici ci hanno chiesto se ci andava di andare con loro in campeggio a Bass Lake, abbiamo cominciato a miagolare un po' di scuse tirando in ballo il cane che non sappiamo dove lasciare, e io che non mi posso prendere le ferie (ma tanto è il fine settimana, hanno ribattuto loro, mannaggia a loro!). Insomma, abbiamo svicolato facendo i vaghi. Ma mi sa che questi ritorneranno all'attacco prima o poi per cui tocca trovare un paio di scuse belle resistenti, a prova di convincimento.
In macchina, mentre tornavamo a casa, io e Rick abbiamo concordato che non se ne parla proprio di andare a fare campeggio. La cosa più vicina al campeggio che possiamo sostenere è praticamente dormire in una di quelle belle roulotte comode, meglio ancora gli RV (recreational vehicles) provvisti di bagnetto con doccia calda, cucinino, tv, frigorifero e chi più ne ha più ne metta. Ma dormire all'addiaccio NO!

Chiaccherate intorno al fuoco

Stasera io e Rick siamo andati a cena dai nostri amici, ognuno ha portato qualcosa da mangiare, apparentemente è una cosa piuttosto comune qui. Comunque, io ho fatto la mia mitica lasagna come la faceva mia mamma ed è stata spazzolata in un battibaleno tra tutta una serie di hmmm hmmm. Io accidenti non me la sono manco mangiata la divina lasagna perché sto di nuovo a dieta e quindi mentre tutti facevano hmmm hmmm io mangiavo la mia foglietta di insalata come Peter Rabbit... sigh... lassam perder...
Dopo cena siamo andati tutti in giardino e abbiamo cominciato a parlare del più e del meno ed ovviamente, dato che siamo in piena campagna elettorale, l'argomento più discusso è stato quello dei 2 candidati, Obama e Mc Cain e dei loro vice. La maggior parte dei nostri amici, ho potuto constatare, sostengono le idee e la figura di Obama, lo vedono come una figura nuova sotto vari punti di vista, con idee aperte e piani di rinnnovamento che puntano al rilancio dell'economia e della politica americana (bisognerà vedere se li attuerà perché si sa che in campagna elettorale tutti promettono e pochi mantengono). Mc Cain invece è visto come il conservatore che ha fatto la scelta secondo molti errata di scegliere come suo vice la governatrice dell'Alaska, Sarah Palin, che pare più una massaia americana che una donna politica con le "balls" alla Hillary Clinton, tanto per intenderci, con zero esperienza in fatto di politica estera, anche se i suoi sostenitori abbiano detto che dato che l'Alaska è praticamente a pochi chilometri dalla Russia, questo basta per farle avere una certa esperienza in politica estera. Ahi, ahi, ahi, cominciamo bene, pensavo io.
La battuta comune è stata questa: "Se Mc Cain diventa presidente e muore all'improvviso, ma vi immaginate questo paese condotto da una donna che sembra la classica casalinga della porta accanto, che fino ad ora ha governato uno degli stati meno popolosi dell'Unione e che oltretutto è una convinta anti-abortista, contraria ai matrimoni omosessuali, nonché sostenitrice dell’insegnamento del creazionismo nelle scuole!?".
Di fronte a questa possibilità, nel timore di avere un presidente 72enne con un vice del genere, un sacco di persone voteranno per Obama. Questa è stata l'opinione comune. Vedremo.
Io non essendo cittadina americana non posso votare, ma mi sta sulle palle Mc Cain, per cui anche io tendo verso i Democratici e Obama.

Thursday, August 21, 2008

Psycho

Che roba, credevo di averle viste tutte, ma questa proprio le supera tutte!
Fatto accaduto oggi pomeriggio (infatti c'ho ancora un diavolo per capello): passa un tizio in bicicletta, entra tranquillamente in agenzia, deposita in vetrina un sacco a pelo, uno zainetto ed una busta con non so che cosa e si siede alla mia scrivania. Gli chiedo in che cosa lo posso aiutare e questo comincia a raccontarmi che aveva prenotato in un Best Western lì vicino, che gli dava accesso alla palestra locale, ma che invece di 5 giorni di entrata libera ne aveva usato solo uno perché lo avevano cacciato dalla palestra per aver chiesto dei soldi, e che ora aveva scelto di venire espressamente in agenzia per sapere quanto costava un volo da Pismo Beach (non c'è neanche l'aeroporto a Pismo) a San Diego, e che gli dovevo dire la differenza di prezzo tra una tariffa prenotabile con 2 settimane di anticipo e 1 giorno di anticipo, e che aveva un libro che voleva vendere e che poi cercava un Western Union perché la famiglia gli doveva mandare dei soldi, ma nel frattempo se gli potevo prestare qualche dollaro e poi quando intascava i denari me lo avrebbe restituito (certo, perché io sulla fronte c'ho scritto Gioconda, pensavo io che nel frattempo mi chiedevo dove voleva andare a parare questo tizio con tutta questo suo monologo da stream of consciousness) ed in più mi prometteva di prenotare un viaggio alle Hawaii se gli avessi dato un paio di dollari, ma che per questa sera doveva dormire in spiaggia, perché alla palestra lo avevano bandito e lui allora era passato direttamente da noi per vedere queste tariffe e bla bla bla.. lo stesso blaterare senza senso per 5 minuti.
Gli do un paio di tariffe e poi ricomincia con il solito giro tra la vicenda della palestra, le tariffe, il libro che aveva in mano, infilandoci dentro un'altra storia di come lo avevano trattato da Longs dove, per il fatto che non avevano un paio di infradito che voleva, gli avevano dato una lattina di Coca Cola a compensazione, and on, and on and on, per altri 5 minuti. Alché gli chiedo (giusto per tagliare corto, perché mi ero resa conto che questo era un farneticante):
"E dunque ora che le ho dato la tariffa che mi ha chiesto, come la posso aiutare?". E questo dagli che ti riattacca la solita tiritera, alché lo interrompo subito e gli dico brusca: "Scusi, io non la seguo più in questo suo discorso. Mi spiega cosa ha a che fare tutto questo con me? Mi ha chiesto di darle una tariffa, ma ora cos'altro desidera?".
E riattacca con la catena incoerente dei soldi che mi aveva chiesto e che avevo detto di non avere, e altre fandonie senza logica. A questo punto ho alzato la voce e gli ho detto chiaramente, dato che non aveva capito le mie 2 antifone precedenti: "Senta io non la seguo, né capisco quello che sta dicendo. Le ho dato la tariffa che mi ha chiesto per cui non posso fare altro per Lei". Questo si alza, mi prende il blocchetto dei Post It e comincia a scrivere farneticando su macchine, assets, costi, prezzi, marketing... Ormai stavo ribollendo dall'ira infatti gli ho detto seccata: "Guardi, è inutile che mi scrive queste cose, non mi interessano, se ne può andare ora" ed intanto lanciavo occhiatacce alla mia collega che era occupata con altri clienti e che ci stava tenendo d'occhio, pronta ad intervenire.
Insomma, alla fine, gli ho tolto il blocchetto di mano, gli ho detto molto seccata: "Può andare ora", questo ha preso baracca e burattini e se ne è andato così come era arrivato, lasciandomi fumante d'ira.
Inutile dire che ho inveito come un'aquila (dopo che i clienti della collega se ne sono andati) perché le colleghe non erano intervenute prima ad aiutarmi. Ma io dico, tutte a me devono capitare? E poi mi dicono che certe volte sono un po' "asciutta" con la gente. E per forza, dico io, certa gente mi fa uscire dai gangheri! Cribbioooooo!
Sto ancora incazzatissima. Se questo lo rivedo chiamo immediatamente la polizia e lo faccio bandire pure dal nostro ufficio. Vabbé paziente, ma fino ad un certo punto, e che caz.....

Friday, August 15, 2008

Compleanno di Tony

Il 2 agosto 2008 il nostro adorato cagnolone ha compiuto 8 anni e dato che per noi lui è come un figlio, cosa ho pensato di fare? Di fargli un regalo in piena regola, come ad un vero bambino!
Sono andata da Goodwill dove di solito gli compro i peluche (per $1 l'uno, can't beat the price!) e gliene ho messi 3 in una scatola (una mucchetta, una giraffa e un coniglietto rosa).
La mattina del 2 agosto gli abbiamo fatto questa sorpresa e lui ha apprezzato molto.
Questi sono un paio di video che ho girato con la mia Lumix, sono molto corti perché è una semplice digicam.

In questo video notare come muove la testa seguendo tutti i movimenti di Rick:



In questo video invece Tony è un adorabile pasticcione:

Spiralling

Da pochi giorni è uscito il nuovo singolo dei Keane, intitolato "Spiralling". L'ho appena ascoltato e non so... mi sa che lo devo ascoltare qualche altra volta per vedere se mi piace o no, non è una canzone che mi è piaciuta all'istante come "Try Again" o "Under the Walnut Tree" che non mi stancherei mai di ascoltare.
Vedremo...

Intanto questo è il video.

BE ADDICT

Qui lo dico e qui lo ammetto: I'm totally addicted to Bare Escentuals! Ormai ad ogni compleanno e ad ogni Natale mi faccio regalare da Rick la Sephora card perché così poi corro (letteralmente!) da Sephora a San Luis Obispo dove trascorro le ore (dalle 2 alle 3 ogni volta) a provarmi ogni sorta di prodotto. L'ultimo acquisto (per il mio compleanno) è stato:



Ed ogni santo giorno mi trucco e mi imparrucco come Rue Paul.....

Rupaul

Wednesday, August 13, 2008

Scavenger hunt

Ah, che belli i tempi della gioventù spensierata....
Stamattina è passata in agenzia una tipa della EF di Grover Beach che ci ha chiesto se potevamo ospitare una tappa di una caccia al tesoro che stavano organizzando per un gruppo di ragazzi tedeschi della EF. Si trattava di dare una brochure sulla Cina (in onore dei giochi olimpici) ad ogni gruppetto di ragazzini che sarebbe passato. I ragazzini sono passati, tutti contenti, in gruppetti di 5-6 persone, chiedendo educatamente ed in ottimo inglese se avevamo una brochure sulla Cina (che avevamo nel frattempo posizionato in bella vista su uno degli scaffali). Alcuni si attenevano ligiamente alle regole del gioco, altri invece bighellonavano su un carrello del supermercato qui vicino (gli ho pure scattato un paio di foto mentre erano nel carrello!), altri si sono persi nel centro commerciale, tant'è che li abbiamo aiutati a trovare alcuni oggetti (tra cui la brochure sulla Cina). Insomma, erano troppo carini nella loro allegra spensieratezza e mi hanno fatto rimembrare con nostalgia i bei tempi della mia gioventù, all'ormai lontana estate del 1986, quando ero andata in vacanza-studio con la EF a Bournemouth in Inghilterra. Anch'io avevo partecipato ad una caccia al tesoro e oggi questi ragazzini mi hanno riportata indietro nel tempo... che bei tempi quelli! Senza preoccupazioni, senza problemi... sigh...

Today I'm happy

Ieri ho ricevuto una bella lezione di ottimismo.
Il cliente più anziano che ho è Joseph M., 93 anni, arzillo come pochi e con una memoria di ferro. Lo scorso mese gli ho organizzato un viaggio a Disneyworld dove ha incontrato una nipote che non vedeva da 40 anni. Già il fatto che un ultranovantenne abbia ancora lo spirito (e la forza) di voler andare a Disneyworld è ammirabile, perché secondo me dimostra che si può essere "young at heart" anche se si è sulla soglia delle 100 primavere. Ma la cosa che mi ha quasi commosso in quest'uomo dagli occhi incredibilmente blu ed un fisico da fare invidia anche a Jack Lalanne (che, per chi non lo sapesse, è il padre della forma fisica americana), è una cosa che mi ha detto ieri prima di congedarsi dopo aver preso una brochure per una crociera che ha intenzione di fare:
"I may be dead tomorrow, but today I'm happy".
Quanto vorrei che anche mio padre avesse quest'ottimismo nei confronti della vita...
Quanto vorrei avere quest'ottimismo quando (sperando nella buona sorte) sarò vecchia...

Tuesday, August 12, 2008

La prima crociera

Un paio di anni fa io e Rick abbiamo fatto la nostra prima crociera. In realtà si è trattato di un "seminar at sea" di 3 giorni per agenti di viaggio con la Royal Caribbean Cruises, per cui per me non è stata una crociera di piacere, ma l'offerta era ottima ($90 per l'agente di viaggio incluse tasse e mance e $ 190 per l'accompagnatore) e dato che né io né Rick eravamo mai stati in crociera e non sapevamo se questo tipo di viaggio ci poteva piacere, abbiamo preso la palla al balzo.

Arrivati al porto di Los Angeles San Pedro neanche l'ombra della nostra nave, la Monarch of the Seas. Il personale della Royal Caribbean ci ha spiegato brevemente che la nave era ancorata in un altro punto del porto a causa di una "congestione di navi" (infatti lì visibili c'erano contemporaneamente la Celebrity Summit e una nave della Norwegian Cruise Lines), così abbiamo dovuto prendere un bus noleggiato apposta e farci ben 20 minuti di tragitto per raggiungere la Monarch ancorata a casa di Dio. Nel frattempo i nostri bagagli venivano portati a bordo non dal personale a terra della Royal, ma da alcuni facchini della DHL perché c'era una specie di agitazione. E vabbe'... l'inizio non è stato davvero eccellente...

Arrivati finalmente alla banchina dove era ancorata la Monarch, ci hanno diretto verso l'entrata della nave, per effettuare le pratiche di imbarco, ma il check-in point era... nella sala ristorante, allestita per l'occasione alla bell'è meglio, con lunghi tavoli e 5 addetti ai terminali che ci hanno fatto faticosamente imbarcare. Una cosa organizzata alla carlona, tant'è che poi sono andata a cercare Michael, il rappresentante della Royal, organizzatore del seminario, e gli ho chiesto qual era la causa di tutti quei disguidi e questo ha fatto lo gnorri, adducendo a problemi di non so che tipo, "but everything is going to be fine" mi rassicurava.

Premetto un paio di cose: la Monarch of the Seas è una delle navi da crociera più vecchie e più piccole della flotta Royal (certo non è che mettano la nave migliore per una mini-crociera di 3 giorni fino ad Ensenada, the armpit of Mexico. Ed infatti da ottobre 2008 verrà ritirata dalla West Coast e portata sulla East Coast per le cheapy cruises nei Caraibi). Essendo una nave vecchiotta, ha visto giorni migliori, infatti la moquette sui ponti più bassi mostra segni di molti bagordi, ma noi fortunatamente avevamo una cabina esterna sul ponte 4, proprio sulla punta, che a prima vista può apparire ok, se non fosse per il fatto che ogni mattina alle 6.30 venivamo svegliati dal rumore dell'àncora che veniva calata in porto (non proprio il modo migliore di svegliarsi la mattina, nevvero?).
Altro problema: le cabine sono piccolissime, il bagno è grande quanto quello sugli aerei, con l'aggiunta dell'angolo doccia, che è proprio un angolo grande appena per lavarsi come un orsetto lavatore (io che non sono una silfide ci entravo appena e allagavo puntualmente il pavimento, ma mi sono chiesta più volte come faranno quegli americani obesi a farsi la doccia). Anyhow.

Nonostante questi difetti, la nave non è una bagnarola, anzi è piuttosto decente, tenuta discretamente bene, con spazi ampi, qualche negozio in cui ciondolare per un po' e intrattenimenti di ogni genere durante tutta la giornata (nel pochissimo tempo libero che ho avuto ho fatto un paio d'ore di yoga mentre Rick assisteva ad una gara di sculture di ghiaccio, poi abbiamo giocato a Trivia, alle slot machines del piccolo casinò e la sera abbiamo assistito agli spettacoli nella sala-teatro). Durante la mattina io me ne andavo ad assistere al seminario con gli altri agenti di viaggio, mentre Rick (beato lui) si è goduto la crociera molto più di me. Nelle pause, ci incontravamo, gironzolavamo per la nave finendo quasi sempre per perderci da qualche parte (soprattutto quando dal quarto piano ci ritrovavamo misteriosamente al sesto e per tre giorni non siamo riusciti a trovare il quinto piano, finendo per inveire scherzosamente: "We are in the Twilight Zoneeee, we're in a new dimension!").
La sera condividevamo il tavolo con una coppia con la puzza sotto il naso (lei inglese agente di viaggio, lui non so che cosa faceva) che abitava ad Agoura Hills, vicino Malibù, che ogni sera ci raccontava delle loro crociere in ogni parte del mondo sulle navi più lussuose (e allora che ci stavano a fare sulla Monarch proprio non so). Così mi sono ripromessa che alla prossima crociera richiederò un tavolo per 2, per non dovermi sorbire gente simile. Vade retro!!!
Ensenada è stata l'unico porto che abbiamo visitato e non mi è piaciuta affatto. E' una tipica cittadina messicana che vive di turismo. Ha una strada principale che è un susseguirsi di ristorante-farmacia-dentista-gioielleria-farmacia-negozio di borse-farmacia-gioielleria-farmacia e che porta dritta dritta da "Papas and Beers", localaccio rumoroso in cui si riversano quasi tutti i passeggeri delle crociere che fanno tappa a Ensenada, per sbevazzare e ballare alle 11 di mattina come nelle peggiori bettole. Noi siamo stati alla larga da codesto luogo perché odiamo le folle chiassose e siamo andati da "Hussong Cantina" (che è praticamente davanti a "Papas and Beers", ma molto più tranquillo) a berci un paio di birre. Per il resto, se non fossi sbarcata sarebbe stato meglio, ma dato che era la prima volta che mettevo piede in Messico... we gave it a try!


Tirando le somme: la crociera, come esperienza, non è stata male, ci è piaciuta l'atmosfera di bordo, il cibo, il servizio, le attività di bordo, ma la prossima volta sceglieremo una compagnia di crociera migliore ed una destinazione diversa (in primis, Alaska).

L'accento strano

Sono ormai 6 anni che vivo negli Stati Uniti, posso dire di capirlo e parlarlo dignitosamente, ma non appena apro bocca si capisce subito che non sono una del luogo. Da quando ho cominciato a lavorare in agenzia viaggi, la domanda che mi sono sentita rivolgere più spesso è "where are you from?". Alla mia risposta "I'm Italian", tutti e dico proprio tutti mi hanno detto che non ho per niente l'accento italiano (di sicuro sono abituati a sentire gli italiani parlare con le vocali messe ad ogni fine parola).
Fatto sta che dopo un po' di volte che mi sono sentita chiedere la stessa cosa, ho preso a fare un piccolo quiz chiedendo a mia volta "guess?".
Ecco allora la lista di risposte che ho fino ad ora ricevuto.

-Chinese/Asian (questa solo al telefono perché ovviamente si vede che non sono orientale, ma perché pronuncio il mio nome come "Lili" (pron: Lee-lee) piuttosto che "Lily" (pron: L'lee).
-French
-French-Canadian
-German
-Eastern European...Bulgarian? Czech?
-Dutch
-Russian
-Scandinavian

Quando vedo che non ci azzeccano rivelo la mia origine e molti mi dicono "You don't really look like an Italian" (eh già, con i miei colori pallidini non rappresento di certo la classica donna italiana) e allora dagli a raccontare la storia delle mie radici italo-romene.

Il tutto termina con "You speak a very good English, how did you learn it so well?". Se lo dicano sul serio o per pura cortesia, il complimento lo accetto sempre con molto piacere e orgoglio, ma non credo che riuscirò mai a perdere questo strano accento che mi ritrovo. E frankly speaking, forse non vorrei neanche perderlo...

Friday, August 8, 2008

Libri preferiti

Ieri sera stavo sistemando alcuni miei vecchi libri che mi sono portata faticosamente dall'Italia e ci ho messo più del solito a metterli a posto, perché ogni volta che ne prendevo uno, lo sfogliavo, ne guardavo la copertina, rimembravo i bei tempi dell'università in cui divoravo libri non solo perché erano nel programma di studi, ma perché ero proprio fissata con la letteratura inglese. E mi sono ripromessa di rileggere numerosi libri che non leggo da anni, ma ho anche tanti, tanti libri nuovi che ho ricevuto tramite BookMooch che mi si stanno impilando in un angolo e che dovrei leggere prima di quelli già letti. Prometto che prima o poi me li leggerò tutti.

Fatto sta, ho cominciato a stilare una lista dei miei autori preferiti, scegliendo le opere che preferisco per ognuno di loro ed eccola qua, la rendo pubblica, chissà mai che a qualcuno venga l'ispirazione di leggere qualche titolo o che si ritrovi a condividere i miei gusti.

Katherine Mansfield - La metto per prima perché è la mia preferita in assoluto, la amo talmente tanto che ci ho fatto pure la tesi, scritta con grande passione. Amo tutti i suoi racconti, li rileggo spesso con piacere, ma i miei preferiti sono: "The Canary", "The Fly", "Prelude", "At the Bay", "Miss Brill" e "The Garden Party".

Oscar Wilde - Le opere che amo di più sono le sue malinconiche fiabe, "The Happy Prince and Other Tales", e poi "The Importance of Being Earnest", "The Portrait of Dorian Gray" ed il dolorosissimo "De Profundis".

Emily Bronte - E' stata lei, durante gli anni del liceo, ad aprirmi le porte della letteratura inglese. Leggere "Wuthering Heights" è stata per me una vera folgorazione.

Charlotte Bronte - "Jane Eyre".

Wilkie Collins - Amo in particolare "No Name".

Mary Shelley - "Frankenstein".

Jane Austen -"Sense and Sensibility", "Pride and Prejudice", "Emma" e "Northanger Abbey".

George Eliot - "The Mill on the Floss".

William Somerset Maugham - "Liz of Lambeth".

George Orwell - "Animal Farm".

Virginia Woolf - "Between the Acts". Mi ha sempre lasciato una pesantezza nel cuore.


E. M. Forster - "Room with a View" e "Where Angels Fear to Thread".

Graham Greene - "Travels with my Aunt". Piacevolissimo libro! Una cosa assurda che ogni tanto mi ritrovo a fare da quando l'ho letto (perché uno dei personaggi menziona questa cosa): mi metto a contare quanti secondi trascorro a fare la pipì... ok, lo so, è una cosa da ricovero psichiatrico, ma leggete il romanzo e capirete il perché di questa cosa, poi voglio vedere se non lo fate pure voi!

Cito anche alcuni autori Americani che ho scoperto successivamente e che amo immensamente.

Edith Wharton - In primis. Prima donna a ricevere il premio Pulizer. Donna intelligentissima e brillante. Mi affascina la sua vita (infatti mi sono letta varie biografie e l'autobiografia per conoscerla meglio). Tanti sono i romanzi che letteralmente adoro: "The House of Mirth", "The Buccaneers", "Summer", "The Custom of the Country", "The Children", "The Age of Innocence", "Ethan Frome".


Emily Dickinson - Le sue poesie sono bellissime! Quale scegliere....? Una delle mie preferite:A word is dead/When it is said, /Some say./I say it just /Begins to live/That day.


Theodore Dreiser - "Sister Carrie". Mi affascina talmente tanto la storia che lo rileggo almeno una volta all'anno, sperando in un finale diverso.


John Steinbeck - Last but absolutely not least. Amo con tutto il cuore i suoi romanzi ambientati in California centrale. In un certo senso è stato per via di una mia battuta su Steinbeck, che il destino mi ha portato a vivere in California (storia troppo lunga da raccontare qui, ma chi mi conosce sa il perché). "The Grapes of Wrath" è assolutamente splendido (con esso infatti Steinbeck il premio Pulizer), "The Pearl" (bellissima, ma tristissima novella, da leggere assolutamente in lingua originale). "East of Eden", "Of Mice and Men".

Tuesday, July 22, 2008

Ciccio Pasticcio

Oggi sono un po’ inca$$atella, perché c’è gente che mi fa davvero uscire dai gangheri. Le mie colleghe mi dicono di stare calma, che a volte risulto proprio acida, ma che ci posso fare? Quando mi vedo presa in giro zitta io non ci sto, e che cavolo!

Molti si chiedono come fanno gli agenti di viaggio a sopravvivere in un’epoca di grande concorrenza con Expedia, Cheaptickets o siti simili. Ve lo dico io come facciamo a sopravvivere: con la nostra professionalità e sempre più gente viene da noi dopo essere stata bruciata da esperienze allucinanti con prenotazioni fai-da-te. Per carità siamo in un mercato libero, la gente è liberissima di prenotare quello che gli pare via internet, ci sono persone intelligenti che da anni prenotano le proprie vacanze su internet senza aver mai avuto alcun problema e si trovano benissimo, non metto in dubbio queste cose, ma c'è sempre il povero Ciccio Pasticcio che invece di smanettare su internet, le mani se le dovrebbe tenere da un'altra parte, e che un giorno combina bel pastrocchio, prenotando non so quali biglietti aerei su internet e poi si accorge di averla combinata grossa. E indovinate allora chi chiama? Me, agente di viaggio. E’ con questi Ciccio Pasticcio che me la prendo.
Inizia la sua telefonata facendo il vago, dicendo che ha un biglietto che deve cambiare. La prima cosa che chiedo è se ha prenotato da noi in agenzia. Risposta: “ehm... no, ho comprato il biglietto su XYZ”. E allora con un tono asciutto gli dico “Mi dispiace, se ha prenotato su internet deve chiamare il customer service di quel sito o la compagnia aerea. Noi non abbiamo accesso alla Sua prenotazione, per cui non posso fare nulla per Lei”. Questo comincia a dire con tono lamentoso di aver già tentato di chiamare il customer service del sito internet in questione, ma che gli hanno detto che il biglietto non si può cambiare. Ben ti sta penso io. “Le ripeto, non posso fare nulla per Lei perché possiamo accedere solo alle prenotazioni originate dai nostri terminali. Chiami la compagnia aerea allora e veda cosa Le dicono”. Non mi sforzo neanche a dirgli che dovrà pagare delle penali salate e anche una possibile differenza tariffaria e che di sicuro non potrà neanche fare un re-routing, ma non sta a me aiutare chi non vuole rivolgersi a me agente di viaggio perché crede di risparmiare prenotando online.
Le mie colleghe dicono che così mando via i clienti, ma mi fanno inalberare ancora di più perché non capiscono che tanto queste persone a priori non vogliono rivolgersi a noi, per cui che giochino a fare gli agenti di viaggi improvvisati, ma se poi prenotano un biglietto per Portland, Oregon invece che Portland, Maine, e poi vogliono che li tiri fuori dai pasticci, cari miei Ciccio Pasticcio, avete trovato la persona sbagliata!

Monday, July 21, 2008

Garra Rufa

Oggi stavo leggendo le notizie online e mi ha colpito questa notizia: una pedicure fatta da piccoli pescetti messi nella vasca del pediluvio!
I’m not kidding, take a look here:


In cosa consiste questo tipo di pedicure? Cosa sono e cosa fanno e questi pescetti? Presto detto: si immergono i piedi in una vasca di acqua tiepida dove questi pescetti chiamati “Garra Rufa” o Pesce Dottore, nuotano placidamente. Questi pescetti (privi di denti, badate ben!) cominciano a mangiucchiare la pelle morta, secca o callosa dei piedi, lasciandola morbida e levigata, come dopo un gommage. Questa tecnica viene usata da molto tempo in Oriente e in Turchia con risultati molto positivi anche per chi soffre di psoriasi. Chi ha provato questo tipo di pedicure ne è rimasta talmente entusiasta che ha esclamato: “è la migliore pedicure che abbia mai fatto!”
Go figure, mi scappa di dire, ma non avendola provata (e sinceramente non so se mai lo farò), come posso giudicare? Francamente non so se mi piacerebbe farmi mordicchiare i piedi da un branco di pesci, poveretti, che vita grama che fanno, vedere tutti il giorno piedi secchi e callosi e doversi cibare di pelle secca, mi sa di abuso di animali, no, no, lasciamo perdere! E poi dato che sono un po’ schizzinosa, mi fa rabbrividire il fatto di mettere i piedi in una vasca che magari è stata usata da altre persone (leggi: piedi) prima di me. Mica si metteranno a cambiare costantemente l’acqua del pediluvio, no? Che fanno, travasano di qua e di là 20 volte al giorno questi poveri pesci fino a stordirli, per cambiare ogni volta l’acqua? Noooo, li lasciano lì con la scusa che sono pesci pulitori e che tanto si sono pappati tutta la pelle morta della signora prima di me. No way Josè, io i piedi lì non ce li metto di sicuro!
E per la cronaca, la pedicure preferisco farmela da sola in casa, così evito di beccarmi qualche malefico fungo sotto le unghie (la mia ex-capa americana se l'era beccato quando era andata a farsi fare la pedicure in uno di quei posti gestiti da vietnamiti), e uso i metodi tradizionali: la vecchia pietra pomice, la semplice acqua e bicarbonato che ammorbidisce la pelle, e tanta crema per i piedi. Altro che pesci succhiatori di pelle morta!

The cupcake queen

Ebbene sì, mi è presa la fregola dei cupcake. Da quando Bruna mi ha passato la ricetta delle camille alle carote, mi sono lanciata in una serie sempre più lunga di esperimenti, tutti riusciti, hurrà, ovvero variazioni sul tema cupcake. Non solo camille alle carote, ma anche cupcake alla mela, alla mela e pistacchi tritati, semplici con mandorle, semplici con gusto di scorzetta di limone. Lontani sono i tempi dei miei disastri culinari per i chocolate chip cookies!
Ieri, nonostante fossi stanca per la lunga giornata al parco per il raduno di Golden Retriever, mi è venuta la voglia matta di provare a fare i double chocolate cupcakes. Risultato: favolosi! Take a look!


Per la cronaca: oggi, ovvero il giorno dopo, ne sono rimasti solo 2... spazzolati in ufficio con le colleghe e a colazione da me e Rick!
YU-UUUM!
RICETTA CAMILLE ALLE CAROTE
(passatami da Bruna e seguita alla lettera. Per gli altri tipi basta sostituire le carote con altre cose):
150 gr carote tritate finissime
120 gr burro molto morbido
100 gr zucchero
150 gr farina
2 uova (separare albumi dai tuorli)
40 gr mandorle tritate
1 chucchiaino di lievito
Preparazione (io faccio tutto con il robot da cucina):
Lavorare bene il burro con lo zucchero, fino ad ottenere una crema liscia. Col robot acceso, unire i tuorli, poi farina mischiata col lievito, carote e mandorle. A parte montare gli albumi a neve e poi in una scodella a sponde alte unire i 2 composti e mischiare delicatamente per non smontare gli albumi. Mettere il composto negli stampini da cupcake (io uso i pirottini di carta e li riempio fino a metà) e cuocere in forno a 325F (160C) per 30 minuti. Fare raffreddare e spolverare se si vuole con lo zucchero a velo. Li ho gustati ancora caldi tagliati a metà e con uno strato sottile di Nutella ed erano divini!
Variazioni: per i double choco cupcakes della foto, invece delle carote ci metto 4 cucchiaini abbondanti di cacao Nestlé ed un cucchiaio di salsa di mele (che è poi una semplicissima mela grattugiata finissima fino ad ottenere una pappa come quella per i bambini) che rende i cupcake morbidi morbidi e non asciutti come una spugna vecchia, tanto per intenderci. Una volta messo il composto nei pirottini di carta, prima di infornarli, ci metto un po' di chocolate chips e via! Una delizia.
E come diceva la mitica Julia Child: "Bon Appétit!"

GR (Golden Retriever) Day


Ieri io, Rick ed il nostro adoratissimo cane siamo andati al raduno di Golden Retriever che si è tenuto al Laguna Lake Park di San Luis Obispo. E’ stato un raduno di beneficienza, i cui proventi sono andati tutti alla Woods Humane Society la cui attività è quella di ospitare e fare adottare cani senza padrone. Questo il sito del raduno (ci siamo anche noi nell'elenco dei partecipanti e Tony (con il suo nome completo: Captain Tony) nella Dog Pictures 1):
http://www.slocountygoldenretrievers.com/
Oltre allo scopo benefico, volevamo partecipare al raduno per fare incontrare il nostro cane con i suoi “confratelli” e anche vedere tanti cani simili al nostro.

Già da sabato abbiamo cominciato a preparare Tony all'evento: gli abbiamo fatto il bagnetto, spuntato il pelo e lo abbiamo spazzolato fino a che il suo pelo è diventato lucido e setoso.
Domenica mattina gli abbiamo messo la bandana rossa delle grandi occasioni e tutti fieri di lui, siamo andati al raduno di Golden Retriever.
Al parco c’erano almeno un centinaio di cani, tutti Golden Retriever, ed almeno il doppio di umani, tutti altrettanto contenti di mostrare i propri cani.




Per 3 ore non abbiamo fatto altro che accarezzare cani di ogni età e tonalità di colore: dal bianco latte al ruggine, tutti della stessa razza, tutti bellissimi. A loro volta i cani erano ben occupati a conoscersi sniffandosi reciprocamente il sedere (che equivale ad una stretta di mano tra umani). Tony, non abituato a socializzare con i suoi simili, appariva annoiato, infatti dopo un po' non sniffava neanche più i sederi, ma si guardava in giro con indifferenza, mentre io e Rick eravamo lì tutti contenti a sfrufugliare ogni cane che ci passava vicino. Una gioia immensa pari a quella che prova da un bambino quando entra da FAO Schwartz, lo storico negozio di giocattoli di New York.
Ci sono state anche delle piccole gare: quella dei cani meglio vestiti (ce n’erano alcuni vestiti da ballerina, con tanto di tutù rosa, da principessa hawaiiana, con tanto di lei rosa intorno al collo, da superman, con cappa rossa, e via dicendo), quella di frisbee, quella del cane che teneva in bocca più palle da tennis, quella di ballo con il proprio padrone ed infine la sfilata finale. Tony non era iscritto a nessuna gara (non ci andava di bardarlo come un pupazzo e per problemi con l’anca non ci andava di rischiare di farlo saltare su un terreno impervio), ma ho obbligato Rick a fare la parata finale conclusasi con una foto di gruppo che è stata un’impresa fare perché non è facile raggruppare un sacco di cani e farli stare seduti per qualche minuto.
Alla fine io e Rick eravamo super contenti di aver visto così tanti Golden Retriever. Tony al contrario, sempre più annoiato, non vedeva l’ora di tornare a casa e giocare con i suoi pelouche e farsi un pisolino. Cosa che ha fatto non appena entrato in casa!


Foto di gruppo finale!

Sunday, July 20, 2008

Lo Stupidario del viaggiatore 6

Ma dico io, certa gente dovrebbe starsene in casa e smetterla di guardare il travel channel quando non c'è altro in tv!
Ecco cosa mi è capitato tempo fa in agenzia: arriva in ufficio un tizio, sulla sessantina, capelli arruffati, abbigliamento piuttosto sciatto, come se fosse uscito di casa all'improvviso. Si siede alla mia postazione e mi dice che vuole fare un viaggio in Europa, con questo itinerario:

1) Andare in Germania per percorrere l'Autobahn a 200 all'ora, anche solo per 10 chilometri.
"Che parte della Germania vuole visitare?" gli chiedo.
"Non voglio visitare niente, voglio solo andare sull'Autobahn" mi risponde tagliando corto.
Vabbè... cominciamo bene.

2) Da lì, mi dice che vuole andare in Transilvania a vedere il castello di Dracula. Gli spiego che il castello di Bran dove si dice che sia vissuto Dracula non è quello che si immagina la gente (ragnatele, pipistrelli, bare ecc...), ma è una struttura molto semplice con muri intonacati di bianco e pochi mobili nient'affatto lugubri.
"Ah" mi fa, un po' deluso. "Allora no, non mi interessa".
(Chissà che diavolo di idea si era fatto sul castello di Bran... mah)

3) Poi dice che vuole andare in Grecia, "ma non mi interessano i siti archeologici... voglio andare a Lesbos".
(Forse crede che Lesbos sia l'isola di lesbiche greche? Mah, non indago, gli chiedo solo: "E poi?").

4) Poi, hoplà, da lì vuole andare in Tunisia a vedere gli studios dove girano i film.

5) E poi in Marocco... e magari anche nelle isole..."come si chiamano quelle davanti alla Spagna?"
"Baleari" gli do corda io, ormai convinta che questo è un po' tocco.
"Sì, le Baleari, mi voglio costruire una casa lì, l'ho già progettata..." e si lancia in una descrizione dettagliata di questa casa.
"Dice che posso fare un viaggio del genere?" mi chiede alla fine.
"Si può fare tutto, ma tenga conto che non sarà conveniente e dovrà prendere un sacco di aerei".
"Ce la posso fare con $ 5000?"

(Ci risiamo, eccone un altro con sogni di viaggi pindarici e budget da saccopelista)

Risposta secca: "No, solo di trasporto Le verrà circa il doppio".
"Ah, allora niente". Piglia e se ne va.
(Ecco bravo, stai a casa che è meglio, penso io acida, sbatacchiando l'atlante che avevo nel frattempo inutilmente aperto per fargli vedere che razza di itinerario voleva fare).

Sunday, July 13, 2008

Peter Frampton in concert

Ieri sera siamo andati alla fiera di Santa Maria perché c'era il concerto (gratuito) di una delle leggende del rock: Peter Frampton. Per chi non lo sapesse il suo album live "Frampton Comes Alive", registrato nel 1976, è stato per decenni l'album live più venduto al mondo. Nei ruggenti anni 70 Peter aveva una folta criniera bionda, ma l'ha persa per strada con il passare degli anni, infatti oggi è canuto e stempiato, è passato attraverso la bancarotta, un pauroso incidente stradale e problemi di droga, ma ha ancora le dita d'oro e ieri sera ha dilettato un nutrito pubblico composto per la maggior parte da quarantenni e cinquantenni nostalgici. La sua musica però è senza tempo, è piaciuta anche ai ventenni e trentenni presenti. Era la prima volta che vedevo Frampton live, Rick mi aveva mostrato un paio di DVD dei suoi concerti e mi aveva fatto ascoltare il suo mitico live album e con stupore avevo constatato di conoscere già alcune delle sue canzoni come "Baby I love your way", "All I wanna be" e "Show me the way" (le avevo ascoltate alla radio, ma non ne conoscevo l'autore).

Il concerto è iniziato alle 8pm ed è durato un'oretta e mezza. Quello che mi ha colpito di più oltre al fatto che suona ancora benissimo, è il fatto che Frampton sorride sempre, interagisce meravigliosamente con il pubblico, lo rende compartecipe delle canzoni, gli dà spazio e soprattutto pare gioire per ciò che fa, non so se mi spiego...non è uno di quei musicisti che canta, suona, ringrazia e va via. Ieri per esempio c'era una sfitinzia vicino al palco che aveva uno dei suoi vecchi album in vinile. Sulla copertina c'era Frampton negli anni 70, con la sua bionda chioma fluente ed un fisico asciutto e prestante. Lui ha preso l'album dalle mani della ragazza, l'ha mostrato al pubblico poi se lo è messo davanti al viso a mò di maschera, come per dire "eh, una volta ero così".


L'ultima canzone che ha presentato è stata la cover di George Harrison: "While my guitar gently weeps", che secondo me è la canzone ideale per un chitarrista, perché consente di fare virtuosismi di chitarra. Infatti la sua versione di questa meravigliosa canzone ci ha fatto venire la pelle d'oca. Grande Peter Frampton, per aver regalato un concerto gratuito, canzoni bellissime ed un finale da brivido!