Per raccogliere in un blog le impressioni, i pensieri,
gli smarrimenti nati vivendo in questo enorme paese.


Monday, September 29, 2008

On Life

"Life is too short to wake up with regrets,
so love the people who treat you right,
forget for the ones who don't and
believe that everything happens for a reason.
If you get a chance, take it.
If it changes your life, let it.
Nobody said that it would be easy,
they just promised it would be worth it..."

Thursday, September 25, 2008

Di nuovo sulla questione del ghiaccio

Ok, certe volte mi chiedo se sono io ad essere un animalaccio raro in questo paese, oppure se sono gli indigeni ad essere strani.

Domenica siamo andati da Starbucks e come al solito ho chiesto un semplice “Venti Passion Ice Tea, with just 2 ice cubes”. Semplice vero? Mica tanto per questi qui, perché mi hanno guardata come una mosca tzè tzeè sul bancone. Ma io dico, non sono mica una di quelle che quando ordina da Starbucks ci mette 5 minuti cantilenando:
“Can I get a Grande Gingerbread Latte, decaf, fat free milk, sugar free syrup, no foam, no whipped cream, with a dash of nutmeg?”. Io chiedo semplicemente un "Passion Ice Tea with just 2 ice cubes", punto e basta. Motivo? Il tè è a temperatura ambiente o leggermente refrigerato, ecco perché chiedo di aggiungerci un paio di cubi di ghiaccio. Inoltre ODIO (e ripeto, odio) quando qui in America, ovunque tu vai e ordini una bevanda (dalla Coca Cola e affini al tè e all’acqua) ti ammollano un bicchierone da mezzo litro, lo riempiono per ¾ di ghiaccio ed il resto è bevanda, che puntualmente dopo 10 minuti diventa acquosa e per me imbevibile. Per non parlare del fastidio ai denti (ok, ho i denti sensibili, io sono tutta sensibile, lasciatemi perdere!).
Tornando al punto. Ordino, ed il ragazzetto dietro al bancone mi guarda come se gli avessi ordinato un bicchiere di pipì con 2 cubetti di ghiaccio. Poi raccoglie con la spatolina 2 cubetti, me li mostra e mi chiede con un sorrisetto ironico:
“Just two?”.
E io: “Yes, just those 2, thank you”.
E questo, prima di mettere il coperchio sul bicchiere di plastica, credendo di fare lo spiritoso, mi domanda sempre col sorrisetto stampato sulla faccia brufolosa:
“Do you like… lids?”
“Yes, I do”, rispondo io acida cominciando a borbottare sottovoce. Rick ha buttato lì la solita battuta “damn Europeans that drink things with no ice”, che invece di calmarmi mi ha fatto lanciare in una mini-filippica sul fatto che le bevande qui sono piene di ghiaccio e ti devi sbrigare a berle perché poi diventano acquose e che se fa tanto caldo e ti bevi la bevanda ghiacciata ti prende una congestione alla pancia, mia mamma me lo diceva sempre, lo dicono tutte le mamme in Italia e bla bla bla, uscendo tirata per un braccio dal marito che mi sopporta...

Wednesday, September 24, 2008

Avila Valley Barn

L'altra settimana abbiamo fatto una capatina alla Avila Valley Barn, una piccola fattoria di Avila aperta al pubblico che ha vari recinti con animali...



...spaccio di prodotti coltivati in loco, come frutta e verdura..



.... miele a volontà e aree per il pic nic.

Adoro andare in questo posto perché è una fattoria tipicamente americana, che durante i fine settimana accoglie tanta gente di tutte le età che viene per vedere gli animali (hanno anche caprette, struzzi, tacchini, polli, pecore e pure i pavoni), acquistare prodotti freschi e naturali (tra l'altro nello spaccio sfornano delle apple pie da svenire) e addirittura farsi un mini-giro in trattore col rimorchio o sui pony, per la gioia dei piccini.
Avevano dei fiori meravigliosi che solo a guardarli mi hanno messo il buon umore (può essere che i fiori procurino tanta gioia nel cuore? boh) . Vero che sono bellissimi?
Forse cliccandoci sopra la foto apparirà più grande e si vedrà meglio quanto sono belli questi fiori.


Shock architettonico-geografico

Sono scioccata!
Dopo aver scoperto che "La Casa nella Prateria" non è stata girata in Minnesota come avevo creduto per ANNI, ma a Burbank, vicino a Los Angeles (notizia bomba di prima mano datami da Rick che in gioventù aveva lavorato negli Universal Studios), oggi ho avuto un altro shock.

Le mie colleghe mi hanno dato la sconcertante novella che il London Bridge che sta a Londra è una mera replica e che quello originale sta, udite udite, in Arizona. All'inizio credevo che mi stessero prendendo in giro, e mi sono pure un po' alterata, ribattendo piccata: "Ma che state a dì? Il London Bridge sta a Londraaaa!!! Sono secoli che sta lì, da prima che gli Stati Uniti venissero fondati!" e loro "sì, sta a Londra, ma non è quello originale, quello è solo una copia, l'originale sta a Lake Havasu, Arizona".

"Are you freakin' kidding me??!?!"

Insomma dopo un acceso battibeccare, mi hanno detto "E allora cosa credi che significhi la canzone "London Bridge is Falling Down"? E' proprio perché stava cadendo a pezzi che lo hanno smantellato pezzo per pezzo, un americano si è comprato tutti i pezzi e lo ha portato in Arizona negli anni 70. Se non ci credi, ricerca su Google e vedrai!"
Io, dato che sono come S. Tommaso, finché non vedo con i miei occhi non ci credo, ho ricercato e ho avuto la triste conferma. L'originale London Bridge sta effettivamente nella cittadina di Lake Havasu, al confine tra Arizona e California.

Dopo aver visto questa foto e letto che Lake Havasu è una delle mete preferite dagli "spring breakers" (ovvero, gli studenti americani in vacanza nel periodo pasquale che, detto entre nous, durante lo spring break indulgono in ogni sorta di baccanale), devo ancora riprendermi! Portatemi i sali!!
... e God Save the London Bridge...
By the way: la tipa col cappello è un manichino. Che diavolo ci faccia lì non so.

The Incredibles

L'ho detto già varie volte, "The Incredibles" è uno dei miei cartoni preferiti (lo so, lo so, grande e grossa e ancora lì che mi guardo i cartoni della Disney... aho' a me piacciono, che ci volete fa'?).

L'ultima volta che io e Rick siamo andati a Disneyland (gennaio 2008), stavamo passeggiando all'interno di California Adventure quando ad un certo punto vedo uno stangone di pupazzo, tutto vestito di rosso... l'era lù, niente-po-pò-di-meno-ché MR INCREDIBLE!

Sono corsa da lui (scanzando un paio di marmocchi che mi bloccavano il passaggio) e voilà, mi sono fatta la fotina con lui (notare la mia espressione ebete, ma soddisfatta), cinguettando "I love youuuu Mr Incredibleeeeee"...patetica, ma felice come una pasqua!

C'era pure Elastigirl (dai fianchi larghi quanto i miei!), ma andava di corsa e non ci ho potuto fare la foto insieme. La foto che ho scattato en passant è comunque carina, anche se sembra che Elastigirl mi stia per menare o mandando a quel paese, nevvero?
In ogni caso sono stata contentissima di aver incontrato i mei eroi in "costume e ossa"! hehe







Tuesday, September 23, 2008

June Gloom e Indian Summer

Un sacco di persone pensano che qui in California l'estate sia come quella in Italia, ovvero con il sole e tanto caldo. Questo lo credevo pure io e, sorry guys, in realtà non è proprio così. Lungo la costa californiana, da maggio fino a settembre, si verifica il fenomeno del June Gloom, caratterizzato da banchi di nebbia che avvolgono la costa la mattina presto e nel pomeriggio, a volte anche anche tutto il giorno. Spesso la nebbia è così fitta che i piccoli Canadair in partenza dall'aeroporto di San Luis Obispo non ricevono l'autorizzazione a decollare.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che l'acqua dell'Oceano Pacifico è piuttosto fredda, doprattutto la mattina e la sera, mentre l'entroterra ha temperature ben più elevate. Così le correnti fredde provenienti dal mare si scontrano con quelle calde dell'entroterra e indovinate dove si scontrano? Proprio sulla costa. Così per gran parte dell'estate è normale svegliarsi, guardare dalla finestra e vedere il cielo coperto e grigio o peggio, una nebbia come nel regno di Avalon. Poi durante la giornata (quando l'acqua del mare si riscalda un po') la nebbia si dirada e si sta benissimo, ma a fine pomeriggio dal mare si vedono avanzare di nuovo enormi banchi di nebbia.
Ci sono zone che per posizione (più o meno esposta) vengono avvolte dalle nebbie più spesso che altre, noi qui a Grover Beach purtroppo siamo nella cosiddetta "Fogland" e quindi, non si scampa. Quindi attenzione! In estate la costa della California può riservare queste sorprese, per cui è meglio portarsi una giacca perché fa FREDDO!
Una volta passato il periodo del June Gloom ed entrando piano piano nell'autunno e addirittura fino alla fine di ottobre, abbiamo la fortuna di avere giornate meravigliose e con temperature ben oltre la norma stagionale. Questo periodo viene chiamato Indian Summer. Queste temperature non proprio autunnali sono dovute ai venti caldi provenienti dalle aree desertiche della California (deserto del Mohave), che ci regalano giornate splendide, più estive che autunnali. Oggi per esempio, 23 settembre, c'erano 27C ed un sole bellissimo. Tuttavia si vede e si sente che siamo in autunno per via dei colori che la natura assume e per le temperature notturne più freddine.

Monday, September 22, 2008

Ranting on doctors

Mah, certe volte mi chiedo come faccia questo paese ad essere uno dei più avanzati a livello medico perché fino ad ora i dottori a cui mi sono rivolta sono stati davvero scarsi.
La scorsa settimana sono andata dalla dermatologa per farmi controllare un neo che da un paio d'anni ho sotto l'occhio, capirai con la storia del tumore alla pelle ho pensato bene di farmi fare un controllino. Vado, questa mi dice che non è niente di preoccupante. Sospiro di sollievo da parte mia, ma le cade lo sguardo su un arrossamento che avevo sul collo (mi ero grattata sul collo mentre aspettavo il mio turno e ogni volta che mi gratto, anche leggermente, mi vengono dei segni rossi che però spariscono in 10 minuti) e si lancia in una filippica che io ho l'orticaria e che devo cominciare a prendere regolarmente degli antistaminici, per un anno o più. Io le dico che gli antistaminici li prendo per 2 mesi all'anno quando ho l'allergia stagionale, che comunque i segni ce li ho lo stesso, e che sono più di 25 anni che prendo antistaminici (inclusi 3 anni di vaccini che non sono serviti a nulla), ma non mi hanno curato la cosa.
No, no, li devi prendere comunque, ripete.
E dato che ci siamo mi vuole far fare delle analisi del sangue, urine e feci per vedere come sta la tiroide (analisi già fatte in Italia 4 anni fa, le menziono senza successo) e anche una radiografia toracica per vedere se la causa della mia orticaria non sia occulta, ossia legata a tubercolosi. Tubercolosi???? Aho, io mica vengo dall'Africa, le volevo dire.
Secondo me questa cercava di appiopparmi qualcosa da fare per arrotondare l'onorario, non si spiega altrimenti. Lo scorso febbraio ho fatto le analisi del sangue in Italia e non hanno riscontrato alcun problema. Allora mi chiedo, che razza di collegamento ha la mia orticaria (o dermografia) con la tubercolosi? E perché non mi ha fatto il test cutaneo per la tubercolina? Insomma, ho sentito un secondo parere (di cui mi fido certamente di più) e ha confermato i miei dubbi: un sacco di minchiate.

E parliamo pure dei vari dottorini di 23-24 anni che popolano i vari ospedali americani. Come fanno a prendere una laurea in medicina in 3 anni è per me un mistero. Chi ha una spiegazione o una risposta me la dia, cortesemente.

E ancora, come dimenticare il dottore-macellaio designato dall'Ufficio Immigrazione per la visita medica (obbligatoria) per accertare che non avevo l'AIDS e la sifilide prima di concedermi la carta verde? Premetto che ogni volta che mi prendono il sangue mi trovano la vena in 2 nano secondi, infilano l'ago e via. A questo dottore (età: circa 65-67 anni) gli tremava la mano e non riusciva a infilare l'ago o a trovarmi la vena. Alla fine dopo 5 minuti di tentativi, mi ha bucato la vena, ma dato che gli tremava la mano, gli è scappato fuori l'ago e il sangue è schizzato dappertutto, sul tavolo, sui guanti del dottore, sul mio braccio, sangue che mi colava per terra dal gomito. Insomma un macellaio, mai vista una cosa del genere. Ero furiosa quando sono uscita da lì.

Sorvolo sulla mia triste vicenda al pronto soccorso locale per un polpastrello affettato (letteralmente!)... Bendaggio sbagliato, garza infilata nel taglio e tolta via con uno strappo a tradimento (sto str.... se lo rivedo quell'infermiere gli meno), nessun anestetico per il dolore...lassam perder... roba da terzo mondo o da scuola di medicina de noartri...

Avila Beach

Ogni venerdì sera ad Avila Beach c'è il Farmers' Market: la via del lungomare viene chiusa alle macchine e ci sono un sacco di bancarelle in cui vendono frutta, miele locale, prodotti naturali, cibarie vegetariane (panini al tofu e melanzana che non ho osato assaggiare, per via del colore un po' improbabile, ma chissà che trovi il coraggio di addentarne uno) e carnivore (hot dogs e chili messicano) e via dicendo. C'è anche una band che suona musica di vario genere (dal reggae al pop) e la gente è lì tutta bella tranquilla che passeggia, gira tra le bancarelle, magna, beve, se ne sta in spiaggia a godersi le ultime ore di sole. Insomma, un tipico angolo di paradiso californiano.
L'altra settimana ci siamo stati pure noi ad Avila durante il Farmers' Market e siamo stati benissimo.
Questa è la foto di Rick e Tony che ho scattato di fronte ad un negozietto ripico di Avila che vende un sacco di cose carine per il giardino e per la casa:


Tony ne ha combinata una delle sue: intorno alle 7 di sera, quando in spiaggia c'era ormai pochissima gente, lo abbiamo portato in una parte della spiaggia dove il mare si incanala verso l'Avila Golf Club e forma una specie di stagno. Tony si è buttato immediatamente in acqua e abbiamo scoperto che non è tanto ferrato a nuotare perché nuotava con le zampe anteriori che spuntavano fuori dall'acqua, spruzzando dappertutto come quando uno entra in acqua e si mette a sbattere i piedi velocemente, tanto per intenderci. Poi ha cominciato a portare a riva enormi alghe, come un cane da riporto. Non appena arrivava a riva, posava la lunghissima alga e poi si ributtava in acqua. Così per 3 volte, avanti e indietro, come se dovesse per forza pulire il laghetto da tutte le alghe. All'inizio ci ha fatto morire dal ridere perché era troppo buffo come nuotava, ma poi ha cominciato a stancarsi anche se continuava ad andare avanti e indrè senza sosta e alla fine l'abbiamo dovuto trattenere perché aveva il fiatone e dato che è vecchietto temevamo che gli sarebbe preso un colpo se avesse continuato così. Non so cosa diavolo gli era preso con tutta 'sta foga di andare a prendere tutte quelle alghe e portarle a riva! Mah.
Però era tutto soddisfatto... sarà...

Celia's Garden Cafè


Ieri io e Rick eravamo in giro dalle parti di Los Osos, e cercando un posticino per fare il brunch domenicale, ci siamo imbattuti in un adorabile caffè chiamato Celia's Garden Cafè. All'interno ha un'atmosfera che è un misto tra vittoriano e country americano, con pareti bianco crema, vezzose tendine alle finestre, tanta luce che filtrava dalle finestre e che rendeva l'atmosfera accogliente e rilassata.

Dato che era una giornata bellissima e assolata, ci siamo seduti ad un tavolo fuori e ce ne siamo stati lì belli beati e tranquilli. Il patio è aperto anche ai possessori di cani ed eravamo tentati di portarci anche Tony, ma alla fine abbiamo deciso che era meglio per tutti lasciarlo in macchina (tende ad essere un po' agitato quando si trova in luoghi pubblici, ma poi si calma...però la gente può non gradire la cosa).

La marmellata di albicocche fatta in casa che servono in questo piccolo caffè è talmente buona (con un retrogusto di miele e caramello fa-vo-lo-so!) che ho chiesto se la vendevano.


Ho scattato questa bellissima foto con Rick che andrà ad infoltire il mio album fotografico!

Tuesday, September 16, 2008

These are a Few of My Favorite Things

Ieri ho menzionato "Comfortably Numb" come una delle canzoni più belle che ci siano (parere puramente personale, badate bene). Oggi dato che mi sto annoiando un po' in ufficio e prendendo spunto dalla canzone "These are a few of my favourite things" cantata da Julie Andrews in "The Sound of Music", mi è venuta la (forse poco) brillante idea di stilare la lista delle "ten of my favorite songs so far".
Sono tantissime le canzoni che amo e che sono legate a vari momenti della mia vita, ma volendo stilare la top ten, queste sono quelle che non mi stanco mai di ascoltare, che mi fanno venire i brividi, o che tout court... amo!

Accanto a ciascuna ho aggiunto il video da You Tube:



1) Comfortably Numb (Pink Floyd)



2) Don't Fear the Reaper (Blue Oyster Cult)




3) Hotel California (Eagles)



4) Wrapped Around your Finger (Police)



5) Try Again (Keane)



6) Beneath a Phrygian Sky (Loreena McKennitt)



7) Beautiful World (Coldplay)



8) Under the Walnut Tree (Keane)



9) Baba O'Riley (The Who)



10) Fall Apart Again (Brandi Carlile)


Monday, September 15, 2008

Richard Wright

Rientrando a casa stasera Rick mi ha detto che oggi è morto Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd. Una volta a casa ci siamo visti il DVD di "Pulse", per ricordare questo grande musicista che ha composto musiche bellissime, tra cui "Us and Them" (la sua preferita, lo diceva nel DVD), "Great Gig in the Sky" e "Echoes".

Questo è il video della melancolica "Us and Them" tratta da "Pulse":



Una delle mie canzoni preferite in assoluto e per me la più bella dei Pink Floyd è "Comfortably Numb". Ogni volta che la ascolto o guardo il video tratto da "Pulse" ho i brividi .

Questo il video di "Comfortably Numb" tratto da "Pulse". Enjoy!